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Se il Piano di Governo del Territorio è un nuovo vestito per la città, chi lo progetta, insieme a chi lo immagina, deve capire quale tessuto ha a disposizione e quale linea, quali proporzioni vuole dare a questo vestito. Discendendo da questa similitudine vogliamo oggi ragionare sul materiale, sul tessuto della città che è necessariamente trama e ordito.

La trama del tessuto è nota: sono le preesistenze, intese come edifici e infrastrutture, ed i progetti ormai avviati oggi in atto, l’ordito è ciò che lega e che potrà legare questa trama per contribuire a realizzare il vestito più adatto alla Varese dei prossimi anni.

L’ordito della città sarà costituito dagli assi viari attuali e da quelli previsti nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (P.U.M.S.) approvato a luglio 2021, a questi vogliamo aggiungere anche i percorsi e sentieri di collegamento tra castellanze, rioni, quartieri, in gran parte già esistenti anche se poco conosciuti, in altri casi da riscoprire e riaprire al transito pedonale  e, dove possibile, ciclabile e qualcuno da realizzare da zero. 

Già nella campagna elettorale dell’autunno 2021 per la riconferma a Sindaco di Davide Galimberti il programma elettorale del Partito Democratico si era incentrato su cinque visioni di città – la città della cultura e dell’ambiente, la città dello sport, la città sociale, la città economica e la città dei 15 minuti – e si sottolineava come le varie iniziative urbanistiche del primo mandato amministrativo dovessero inserirsi in queste visioni e insieme alle nuove progettualità essere parte del nuovo Piano di Governo del Territorio. Crediamo che la Varese dei prossimi decenni dovrà puntare a rigenerare se stessa andando a recuperare le aree industriali oggi abbandonate, usando meglio le aree residenziali sottoutilizzate, e avere il coraggio di intervenire in quegli ambiti cresciuti nei decenni scorsi in modo confuso e con bassa qualità edilizia. 

Non si tratta quindi solo di ricucire o rammendare: si tratta proprio di scegliere un tessuto più consono agli stili di vita dei cittadini, senza rinunciare alla bellezza, all’armonia e alla sostenibilità. In questo senso l’obbiettivo di contenere il consumo di suolo è necessario non solo per preservare aree non cementificate e asfaltate ma anche per usare queste aree per usi più sostenibili per il futuro della città.

Ci permettiamo di insistere sul tema dei percorsi pedonali perché è strettamente legato ai temi della mobilità, dell’energia e della qualità dell’ambiente e della salute dei cittadini; percorsi pedonali che potranno essere dei veri e propri sentieri che ci piacerebbe vedere nominati nei documenti di Piano di Governo del Territorio Sentieri Urbani oppure Cammini Cittadini, per dare la giusta dignità a queste nuove “infrastrutture” del territorio.

Dare la possibilità di muoversi in città lungo percorsi sicuri, protetti rispetto agli altri mezzi di locomozione, ombreggiati e correttamente illuminati dovrà essere un esplicito invito rivolto a tutti a lasciare l’auto a casa soprattutto per spostamenti di breve raggio. Avere più persone che si muovono a piedi garantisce un uso degli spazi urbani più dolce e più a misura delle persone stesse.

Varese ha la fortuna di essere circondata da ampi spazi verdi: a nord il Campo dei Fiori, col suo parco regionale, che da anni è una meta riconosciuta ed apprezzata per lo svago all’aria aperta. Si potrebbe incrementare l’uso ricreativo della montagna, ma serve rispetto e una stretta collaborazione con l’ente Parco Campo dei Fiori. Però a Varese c’è anche altro: ad esempio ci sono i PLIS (Parchi Locali di Interesse Sovraccomunale) creati per preservare le aree agricole e boscate, che mantengono una valenza economica non trascurabile. Queste aree possono diventare anche luoghi attrattivi per passeggiate a piedi e per percorsi cicloturistici a ridosso della città. 

Ad esempio il PLIS Valle della Bevera, che si estende a cavallo dei comuni di Varese, Induno Olona, Arcisate, Cantello e Malnate e che tutela la principale e più importante zona di captazione dell’acqua potabile utilizzata dalla città, ha da poco più di un anno mappato e segnalato dei percorsi pedonali su strade bianche destinati proprio alla scoperta di questa parte del territorio. Dal Quartiere di San Fermo o dall’agglomerato di Cascina Mentasti ci si inoltra a piedi tra boschi e campi coltivati alla scoperta di scorci sulla città e sulla Valceresio. 

Anche l’area sud di Varese, Bustecche e Bizzozero hanno strette connessioni con la Valle Olona con sentieri che le collegano, le attraversano e scendono verso i Duni, verso i Mulini di Gurone, verso Lozza, lungo tracciati percorsi anche dal noto geografo Giuseppe Nangeroni che insegnò a Varese negli anni Venti e Trenta del secolo scorso e che inizio proprio a Varese i propri studi nei vari campi della geologia, della glaciologia e più propriamente geografici.

La Valle Olona stessa, dalla Folla di Malnate a Induno Olona, attualmente spaccata in due dalla Tangenziale Est di Varese, potrebbe essere ricucita da un grande Sentiero Urbano che connetta le varie aree ora dismesse ma domani rigenerate grazie al bando “Italia City Branding 2020” vinto dal Comune in cooperazione con The European House Ambrosetti e Confartigianato che avrà come focus la ricerca avanzata sulla mobilità elettrica e sostenibile. Il progetto è pensato per stimolare la crescita economica e la fioritura di aziende legate all’innovazione per la sostenibilità e l’ambiente. I Sentieri Urbani – percorsi nel verde o lungo strade a traffico veicolare a bassa intensità –  potrebbero diventare un parco sperimentale per queste aziende, una grande opportunità di verifica sul campo delle nuove tecnologie.

Altre aree della città sono interessate da rigenerazione grazie a bandi già vinti e avviati, a Masnago si prevede la ristrutturazione della Villa Baragiola ad uso espositivo, l’utilizzo del Parco con funzioni sociali, didattiche e curative per persone con fragilità, e il collegamento del Parco tramite Piazza Ferrucci e via Cola di Rienzo con il Castello e il Parco Mantegazza: un piccolo esempio di Sentiero Urbano che potrà essere poi ampliato scendendo verso il Vellone nei pressi di via Monguelfo, e un domani proseguire in Piazzale Staffora e l’area ex-Aermacchi. 

Analoghi Sentieri Urbani della cultura e dell’ambiente potrebbero essere previsti per riconnettere in un unico percorso pedonale parchi privati e pubblici (ad esempio da Via Confalonieri al Palace Hotel, a Villa Craven Seyssel d’Aix, a Villa Baroggi e al Parco di Villa Estense e di villa Mirabello).

Gli impianti sportivi di Varese sono storicamente localizzati in punti diversi della Città e nelle Castellanze e frazioni: i Sentieri Urbani potrebbero essere usati da atleti e sportivi per raggiungere i luoghi di allenamento e fungere allo stesso tempo da attività di riscaldamento prima dello sport. Pensiamo, ad esempio, a un percorso che vada dal Palaghiaccio, recentemente ricostruito e ampliato, all’Ippodromo/Tennis Le Bettole, al Poligono, allo Stadio, lungo Viale Aguggiari, le Officine, Via della Calcinessa, e il parcheggio del Liceo Artistico A. Frattini fino ai piazzali del Palazzetto L. Oldrini e dello Stadio.

I Sentieri Urbani potrebbero usati per connettere quartieri prossimi tra di loro ma oggi uniti solo attraverso il traffico veicolare, o zone diverse dello stesso quartiere, se molto esteso (come San Fermo, Bustecche, Avigno). Inoltre possono diventare una vera e propria rete di collegamento viario alternativo alle auto. Si faciliterebbero così attività come la consegna della spesa da parte dei negozi di prossimità, la consegna di farmaci, il passeggio dei cani, ecc. Un aiuto prezioso alle attività dei volontari di quartiere e delle cooperative sociali a vantaggio in particolare di anziani e di individui e famiglie con fragilità economica, ma anche una occasione di socialità e incontro.

Nella zona est della città, da Biumo Inferiore a Belforte, il tema della città in 15 minuti ha un potenziale particolarmente elevato. La prossima attuazione del progetto di studentato e del comparto ex-Fidanza in via Carcano, la recente riqualificazione del comparto ex-ENEL, e le connessioni tra Biumo Inferiore e l’area dell’ex Macello civico previste nel quadro del PINQuA (intervento di riqualificazione residenziale con l’inserimento di funzioni commerciali, sociali e culturali ), trasformeranno l’area compresa tra Viale Belforte, Via Tonale, Via Adamoli e Via Garibaldi in un quartiere-cerniera tra Viale Belforte-zona ex-macello e il centro cittadino.

I Sentieri Urbani saranno in questo caso fondamentali per connettere questo nuovo “polo” alle altre zone residenziali di Viale Valganna/Ippodromo, Valle Olona/San Fermo, Lazzaretto/Castello di Belforte e Giubiano/Guaralda. 

In conclusione: l’inserimento di questi temi nel quadro del Piano di Governo del Territorio è il primo punto, individuare i Sentieri Urbani è il lavoro di imbastitura del sarto; è auspicabile che successivamente ci sia la possibilità di confezionare il vestito, realizzare questi percorsi, parti di territorio cittadino che meritano di essere più considerati nei loro aspetti paesaggistici ed ambientali.

Fabio Pevarello – architetto, segreteria PD Varese
Marco Guadagnuolo – architetto, del Consiglio di Quartiere 5 Centro, Biumo Inf., Brunella

 

PD Varese