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La Conferenza Donne Democratiche della Provincia di Varese il 10 ottobre scorso ha organizzato un presidio in Piazza Podestà a sostegno delle donne iraniane. Forte era, infatti, l’esigenza di essere al fianco di queste donne, e di tutte le donne, che lottano per la libertà.   

 In Iran l’uccisione, avvenuta il 13 settembre,  di Mahsa Amini, la ventiduenne curda morta a Teheran dopo essere stata arrestata dalla polizia morale perché non indossava il velo correttamente, secondo, cioè, le norme della “Commissione per la promozione della virtù e la repressione del vizio”, ha scatenato, da oltre cinquanta giorni, un incontenibile moto di proteste che si muove al grido di «Donna, vita, libertà», slogan coniato dal movimento di liberazione delle donne curde che da decenni lotta in una delle regioni economicamente più svantaggiate dell’Iran. 

 Risale all’ 8 marzo 1979 la prima manifestazione delle donne iraniane contro la politica oscurantista e patriarcale che voleva imporre loro il modo di vestire e l’hijab, contraendone, di fatto, la libertà di esprimere se stesse. Da allora le donne iraniane non hanno mai smesso di opporsi e di lottare, con tutti i mezzi consentiti e possibili, contro la condizione cui il regime teocratico al potere le costringe e sono oggi una delle popolazioni femminili più scolarizzate al mondo. Ciò nonostante la loro presenza nel mondo del lavoro e nei luoghi della politica è rimasta molto limitata. Lo stridore tra la consapevolezza di sé e dei propri diritti e la condizione di sottomissione, esacerbato e arrivato al culmine dopo gli ultimi quarant’ anni, ha trovato nella morte di Masha Amini la miccia esplosiva. Nel suo nome la protesta contro il velo è divenuta protesta di massa, di donne e uomini, per la libertà. Lo slogan “donna, vita, libertà” ora viene scandito con gli slogan che rifiutano lo stato islamico e chiedono il rispetto dei diritti fondamentali. Una protesta nata da rivendicazioni femministe potrebbe, quindi, tradursi in un vero e proprio rivolgimento politico e questo movimento di protesta guidato dalle donne richiede supporto per giungere a quel cambiamento sociale, già in atto, che, solo, è in grado di far progredire la condizione delle donne, tenendo a mente che il progresso sociale di un paese si può misurare proprio dalla posizione che alle donne viene garantita.

Anche noi Donne Dem della Provincia di Varese ci siamo, quindi, riunite numerose per esprimere il nostro convinto sostegno e la nostra solidarietà alle donne iraniane, in uno scambio di letture il cui fil rouge era rappresentato dalla libertà, al canto di Bella ciao! e in un susseguirsi di tagli di ciocche di capelli.

Francesca Ciappina

PD Varese