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La mia personale esperienza

Ho partecipato al progetto iniziale della costituzione dei Consigli di Quartiere, molto prima dello stop-covid, ritenedo da sempre importante la partecipazione diretta dei cittadini alla gestione della cosa pubblica della propria comunità; essere cittadini consapevoli, per me equivale a partecipazione, sotto varie forme. I Consigli di Quartiere dovrebbero essere una di queste  forme.

Sono  stata nominata Consigliera di Quartiere da piu di un anno,  e  si sta rivelando un esperienza molto interessante e utile; intanto perchè ho trovato nel cdq3 un gruppo di persone mosse per la maggior parte dallo stesso spirito e ciò ha fatto si che si potesse collaborare al meglio delle nostre possibilità…. (sarà perchè è un cdq al femminile? ); ma anche perchè, non avendo precedenti e significative esperienze  politiche, sto imparando cosa significa amministrare una realtà complessa di un capoluogo di Provincia, con gli scarsi mezzi a disposizione. 

Da subito è apparso chiaro come le aspettative delle persone dei vari quartieri rappresentati, vertono  principalmente su mobilità, stato delle strade, vecchi progetti non realizzati… temi portatori di frustrazione e rancore spesso strumentalizzati da oppositori polemici di professione. 

Personalmente, in sintonia con quasi tutte le colleghe, mi sono concentrata prioritariamente sul tema della sicurezza, di chi va a piedi o in bicicletta, dei bambini e anziani veri fruitori dei quartieri.  Oramai le auto la fanno da padrone e ci stiamo abituando a scelte effettuate in loro favore a discapito di altri bisogni altrettanto urgenti. Io non appartengo a questa categoria di persone, ma ho imparato ad ascoltare le ragioni di tutti; per questo motivo, penso che uno dei compiti dei CDQ dovrà  essere quello di stimolare una rete di comunità, dove i cittadini possano sentirsi al sicuro, ritrovando spazi di socialità e benessere, in equilibrio tra i bisogni legittimi di tutte le “categorie”.Si le buche sono importanti, i posteggi va bene, ma anche il parchetto con i giochi e le panchine, i marciapiedi e gli attraversamenti sicuri.

Per questo motivo, quest’anno il nostro Consiglio,il 3, ha organizzato serate o attività su temi importanti quali la violenza di genere (serata molto interessante con Operatrici di EOS) e una camminata ecologica con raccolta di rifiuti. Senza trascurare i rapporti con vari Assessorati organizzando  serate ad hoc con l’Assessore Catalano sulla sicurezza, l’Assessore Civati sulla viabilità, l’Assessora Sanmartino sul degrado ambientale… Tutto molto interessante e partecipato.

Due note a margine. 

  1. Nonostante le buone intenzioni di questa amministrazione (che molto sta già facendo, ma ancora non basta) c’è ancora uno scarto inspiegabile tra gli investimenti nel  centro città e i quartieri “periferici”; questo  soprattutto a Varese, dove il quartiere in realtà è  un paese/borgo  vero e proprio con peculiarità tipiche:  vedi Calcinate, Bobbiate, Lissago, ma molti altri.  Nei nostri quartieri, man mano che ci si allontana dal centro, vi sono situazioni di degrado, incuria e ritardi negli interventi, non più sostenibili, e non mi riferisco solo a strade e buche…  E’ in questi quartieri che i Consigli a mio avviso, faticano ad essere riconosciuti come credibili e utili: fare da tramite con l’Amministrazione non basta, servono progetti e risultati a breve termine, pratici e visibili. 
  2. Da qualche settimana la Lega ha deciso di far dimettere i propri consiglieri dal loro incarico e sono due le cose che mi hanno maggiormente toccata: una, che ancora una volta questo partito, la Lega, mette al centro interessi di visibilità del partito a discapito dei bisogni dei cittadini (= propaganda) e due perchè, almeno nel nostro Consiglio, fino a cinque minuti prima del ritiro, la rappresentante della Lega aveva collaborato e partecipato con costanza e interesse alle decisioni da prendere e alle cose da fare. Peccato.

Concludo dicendo semplicemente che  tutto è migliorabile, anche le cose migliori. Noi lavoriamo per questo.

Rosy Grespan, Consigliera CdQ 3

Individuare gli elementi identitari di un quartiere

Il 6 Aprile 2022 si è insediato, a Varese, il Consiglio di quartiere 4, comprendente i rioni di Bosto, Casbeno, Via Campigli e l’area della Schiranetta.

Questa data ha rappresentato lo sbocco finale di un percorso di ripensamento e rimessa in funzione delle vecchie circoscrizioni, strumenti molto importanti per la rappresentanza dei cittadini nella vita di Varese. La relativa riflessione è stata condotta sotto il coordinamento del Consigliere comunale Giacomo Fisco. Il Cdq4 comprendeva, all’inizio, la presenza di 7 Consiglieri suddivisi tra maggioranza, opposizione e cittadini sorteggiati, più un supplente.  

Le funzioni principali di questi organismi  sono inerenti alla rappresentanza dei bisogni delle comunità locali ed alla promozione della partecipazione attiva. Hanno sostanzialmente funzioni consultive e propositive nei confronti del Consiglio comunale e della Giunta. Lo strumento principe dei Consigli sono le assemblee convocate periodicamente ed aperte a tutti i cittadini, nel corso delle quali vengono raccolte non solo le rimostranze ma anche le proposte volte a migliorare la vita di ogni singolo quartiere. Inoltre ogni Consiglio ha una mail dedicata, alla quale si possono indirizzare richieste e chiarimenti.

Il Cdq 4 è partito con grande entusiasmo, convocando assemblee e confrontandosi con i cittadini. Abbiamo anche scelto, per cercare di socializzare e farci conoscere, di fare due passeggiate nelle zone di Casbeno, Schiranetta e Bosto, con la guida di Elena Ermoli, che ci ha fatto apprezzare la ricchezza delle testimonianze artistiche, spesso disconosciute, presenti nel nostro territorio.

Nel Cdq4 non emergono particolari problemi di sicurezza o vivibilità, in esso sono presenti molte vivaci attività commerciali e plessi scolastici molto importanti, zone residenziali di pregio ed aree, come quella di Bosto, molto vicine al centro della città e fondamentali per la vita di Varese in quanto sede dell’Università dell’Insubria.

In relazione a tali caratteristiche sin dall’inizio, come Consiglieri, ci siamo dati un obiettivo ambizioso, cioè quello di non fermarci alle giuste lamentele dei cittadini relative a problemi contingenti, ma di individuare un elemento identitario del quartiere, che potesse essere riconosciuto ed utilizzato da tutti. 

La scelta è perciò caduta sul piccolo lavatoio presente a Casbeno in Via Milazzo, che nei nostri intenti dovrebbe essere riqualificato con l’intervento del Comune e dato in gestione a gruppi di cittadini attraverso la sottoscrizione del Regolamento per la cura dei beni comuni urbani, per diventare un centro di attività culturali. La fontana pubblica ha sempre rappresentato un luogo di incontro e di aggregazione tra i cittadini, soprattutto nelle piccole comunità ed ha assolto ad una funzione indispensabile allo sviluppo della vita urbana, sia dal punto di vista ambientale che sociale ed igienico.

Siamo perciò partiti con senso di responsabilità e grande entusiasmo, che ci permetteranno di portare a termine il nostro quinquennio di attività, malgrado le recenti dimissioni di due Consiglieri facenti riferimento al gruppo consiliare della Lega.

Giovanna Ferloni, Coordinatrice CdQ4 

Dedicare del tempo alla comunità

Ho accolto la notizia di qualche giorno fa della Lega che ha imposto ai suoi rappresentanti di dimettersi dai Consigli di Quartiere con grande dispiacere. I Consiglio di Quartiere hanno visto la luce a Varese poco più di tre anni fa, nel bel mezzo della pandemia. Quando, qualche mese prima, avevo saputo di questa iniziativa, mi ero proposto per farne parte anche se non sapevo ancora bene a cosa dovessero servire e quali compiti avrebbero dovuto svolgere.

Diciamo che sono entrato sulla fiducia e con ancora più fiducia mi sono nuovamente riproposto dopo le elezioni amministrative dell’autunno del 2021.

Essere consigliere del CdQ vuol dire innanzitutto dedicare del tempo alla comunità, rimanere informato su quanto accade in città, mettersi in ascolto del proprio quartiere, entrare in contatto con le persone che meglio lo rappresentano, conoscere e capire i meccanismi decisionali dell’Amministrazione Comunale, ma soprattutto imparare a non cadere nel facile tranello di promettere di risolvere una qualsiasi questione.

So che può sembrare una battuta, ma noi che facciamo parte dei CdQ non siamo parte dell’Amministrazione Comunale, non siamo consiglieri eletti, assessori e, di certo, non siamo dei dipendenti. Non gestiamo nulla, non abbiamo potere su nessun ufficio o su alcun funzionario. 

Ma allora cosa siamo, a cosa serviamo? 

E’ la domanda che mi faccio in continuazione ogni qualvolta leggo una mail inviata all’indirizzo del CdQ o quando vengo fermato per strada da un conoscente che mi racconta qualche problema o mi chiede informazioni su qualche argomento.

La risposta che mi sento di dare è che i CdQ sono un’occasione di incontro tra le persone, tra noi consiglieri e tra noi ed il resto della cittadinanza della quale siamo parte. Sono, i CdQ, un modo per conoscere più nel dettaglio cosa si muove in città, in che direzione e con che tempi; sono il posto giusto per fare domande, informarsi, approfondire ed esprimere opinioni, proporre idee, avanzare proposte perché vi assicuro che i social non bastano.

Non voglio sembrare un ottuso ottimista coi paraocchi che non vede i problemi che lo circondano: se dovessi dare un voto alla mia esperienza da consigliere, al momento non andrei oltre il 5 e mezzo perché ancora troppi sono gli obiettivi che i CdQ devono raggiungere in maniera stabile e concreta. Primo fra tutti quello di organizzare delle assemblee per il bilancio partecipato nelle quali non si discuta solo di buche nelle strade o di aiuole da sistemare (che sono cose che devono essere comunque fatte), ma si parli di come rendere più vivace la vita sociale di una via o di una piazza, di come convincere qualche genitore a non usare l’auto per portare/prendere i figli a scuola, a come tenere più pulita ed in ordine la città e mille altre cose ancora.

E’ facile e per qualcuno persino soddisfacente criticare tutto e tutti dallo schermo di un computer; meno facile dedicare un paio di ore la sera una volta ogni due mesi durante le quali ci si siede attorno ad un tavolo e si parla, si esprimono critiche, si portano all’attenzione dei partecipanti esempi visti altrove, in modo pacato e rispettoso. 

Piano piano stiamo portando i nostri concittadini a partecipare e a confrontarsi. E’ proprio perché finalmente, almeno per l’esperienza che vivo nel mio CdQ, vedo che alcune persone partecipano in maniera continuativa ai nostri incontri che mi spiace che la Lega abbia fatto dimettere i propri rappresentanti. Mancherà una voce, mancheranno delle opinioni e delle idee, mancherà anche il loro apporto al lavoro del CdQ per avvicinare maggiormente le persone alle istituzioni del Comune di Varese. 

Negli incontri che abbiamo fatto, mai nessuno si è preoccupato di presentarsi con una etichetta di partito addosso a partire da noi componenti del Cdq.

Marco Guadagnolo, Consigliere CdQ 5

Consigli di Quartiere, un anno dopo

Il tempo passa in fretta, tanto più in politica: nella primavera 2022 venivano nuovamente insediati i Consigli di Quartiere, dopo il fugace esordio coinciso con l’ultima parte del primo mandato da sindaco di Davide Galimberti. La riconferma del centrosinistra a trazione PD alla guida della città ha portato ad un nuovo rilancio di queste istituzioni, sempre più importanti per garantire un dialogo costante e concreto tra l’amministrazione comunale e la cittadinanza nei vari rioni.

Senz’altro, i Consigli di Quartiere di questo nuovo mandato si sono trovati qualche strumento in più a disposizione, a conferma dell’interesse che la Giunta nutre verso di loro: ad esempio, una maggiore visibilità per l’aspetto comunicativo sui canali ufficiali del Municipio; la possibilità di avere una più definita chiarezza sui vari organi della macchina comunale, così da poter indirizzare di volta in volta le varie segnalazioni all’organo corretto senza disperderle in angusti meandri (del resto, l’accountability – ovvero il “chi fa che cosa e ne è responsabile” – dovrebbe essere alla base della buona politica); in generale, la sensazione di essere maggiormente ascoltati e coinvolti su scelte più o meno impattanti relative ai vari rioni.

Tuttavia, si può e si deve fare ancora meglio, perché mancano ancora dei tratti fondamentali per rendere tali organismi pienamente conosciuti, utili e conseguentemente apprezzati dalla cittadinanza. L’appuntamento col bilancio partecipato, che darebbe la possibilità a ciascun Consiglio di poter scegliere la destinazione d’uso di una piccola somma per qualche intervento nel proprio territorio, non si è ancora concretizzato e resta una delle sfide più importanti da vincere al più presto. 

Secondariamente, sebbene i Consigli possano e debbano caratterizzarsi per un’attività più ampia rispetto al mero smistamento delle segnalazioni (alcuni hanno già organizzato passeggiate e visite nei rioni, piuttosto che incontri con gli assessori competenti su determinati temi), è indubitabile come proprio quelle piccole segnalazioni siano a tutt’oggi un nervo scoperto per molti cittadini. Diventa quindi necessario che l’amministrazione comunale, col grande merito di aver appena ripianato i debiti lasciati dalle giunte leghiste, destini ora una parte sempre più ingente delle proprie risorse alle manutenzioni ordinarie: la buca nella strada, la sensazione di degrado di alcuni angoli della città, il verde maltenuto anziché mantenuto concorrono a dare una sensazione di trascuratezza e disinteresse, nonché a riempire le mail (o gli incontri) dei Consigli di segnalazioni in merito. Su questo diventa dunque necessario cambiare rotta al più presto.

Infine, spiace constatare come una parte della minoranza comunale non veda nei CdQ quello strumento utile per dialogare e mediare tra Amministrazione e cittadini. Recentemente, la Lega – forse in preda anche allo sconforto per una serie di abbandoni da parte di storici militanti approdati ad altri lidi – ha fatto dimettere i propri consiglieri da tutte le assemblee rionali. 

Un vero peccato, perché – parlo anche per esperienza personale – il Consiglio di Quartiere è forse l’unico luogo dove le differenti idee politiche possono tranquillamente essere accantonate per lavorare insieme per il proprio rione, trattando spesso di “piccole cose”. Qualcuno, evidentemente, non la pensa così e, per avere un po’ di momentanea visibilità in più, ha scelto di andarsene sbattendo la porta. Un vero peccato e, come si dice in questi casi…buona fortuna a loro.

Marco Regazzoni, Coordinatore CdQ 7

Al servizio del Quartiere

Trascorsi 14 mesi dall’insediamento, è giunto il momento di un breve commento sull’attività del Consiglio di Quartiere 10. I bilanci preferirei farli a fine mandato e, visto che la sua durata è pari a quella dell’attuale amministrazione comunale, ritengo vi sia tempo per qualcosa di più rispetto al presente commento di emanazione strettamente personale.

Al momento della mia designazione, non posso nascondere che ho avuto un momento di incertezza: per me era tutto nuovo; fino ad ora non avevo mai interagito con l’amministrazione (se non per questioni di natura obbligatoria per ogni cittadino) e mai avrei pensato di farlo con un determinato ruolo per il quartiere dove sono residente. Ma visto che Varese mi ha fatto studiare e crescere e la zona di Capolago mi ha rapito gli occhi, la mente ed il cuore, ho deciso di accettare la designazione e mettermi in un certo qual senso al servizio dei cittadini del Quartiere 10.

Lo scopo dei Consigli di Quartiere è, in buona sostanza, quello di formulare istanze e/o proposte (per il Quartiere), inviare segnalazioni e, più in generale, fungere da collegamento e da amplificatore con l’amministrazione rispetto alle problematiche di quartiere che abbiano un interesse collettivo.

Ritengo lo strumento valido, ma l’impatto – ammetto – non è stato (per me) dei più agevoli; da subito, mi sono scontrato con il pensiero piuttosto diffuso, secondo cui “tanto non cambia nulla, tanto è una perdita di tempo, tanto siamo sempre dimenticati”, arrivando quindi anche a generalizzare rispetto alle problematiche meritevoli di attenzione e rendendo così più difficoltose le attività del Consiglio.

Sicuramente la zona in cui è situato il Quartiere non aiuta e parte dei cittadini sono abituati a utilizzare servizi – pubblici e privati – dei Comuni confinanti, in luogo di quelli offerti da Varese, instillando così in alcuni fors’anche un dubbio di identificazione, salvo il solido legame con il territorio.

Sebbene detesti la generalizzazione, proprio perché non aiuta ma, viceversa, confonde e distoglie, devo tuttavia ammettere che la presenza di lacune comunicative tra l’amministrazione e i cittadini per il tramite del consiglio di quartiere sia certamente un fattore negativo da non sottovalutare e da migliorare.

Vero, le richieste spesso si arenano per mancanza di risorse che devono essere centellinate per il bene comune, ma è anche vero che, a volte, vengono date spiegazioni criptiche o interlocutorie. 

Ritengo, quindi, che la chiarezza comunicativa debba diventare la normalità; ciò consentirebbe la creazione di un rapporto costruttivo con il cittadino.

Sul punto, credo altresì che lo strumento del bilancio partecipato possa e debba rappresentare l’occasione da non perdere e da utilizzarsi per promuovere l’effettiva partecipazione dei cittadini alle politiche pubbliche locali, per coinvolgere concretamente il cittadino nella governance locale, per rispondere in modo più efficace alle necessità dei cittadini e per giungere così alla costruzione del rapporto di fiducia tra istituzione e cittadini, che consentirebbe in fine di eliminare il “tanto non cambia nulla, tanto è una perdita di tempo, tanto siamo sempre dimenticati”.

 Pasquini Nicola, Coordinatore CdQ 10  

Uno strumento di democrazia partecipata

E’ trascorso un anno da quando ho accettato con passione di essere la Coordinatrice del Quartiere 12 Giubiano / Ospedali. 

Il Consiglio di Quartiere è uno strumento unico ed efficace, in cui credo, di democrazia partecipata a disposizione dei cittadini. Un’opportunità unica di confronto sui problemi specifici e capillari che si vivono nelle varie zone della città e che hanno varie caratteristiche e differenze, per arrivare a migliorare le diverse problematiche e per comprendere come i cittadini vivono e vedono la città. 

E’ uno strumento il Consiglio capace anche di far crescere la consapevolezza che “la cosa pubblica” ci appartiene e per questo dobbiamo in primo luogo averne cura e avere l’umiltà di non parlare solo e sempre di diritti, ma anche di doveri, poiché una città è molto complessa da gestire e ci vuole lo sforzo di tutti, dagli Amministratori ai Cittadini, perché possa migliorare sotto tutti i profili. 

All’inizio è stato difficoltoso far sapere dell’esistenza dei Consigli perché nonostante i Comunicati Stampa, Varese Informa, le bacheche in ogni Quartiere destinate agli avvisi le persone lo ignoravano. La diffusione delle locandine del Consiglio, per raggiungere tutti, è stata fatta da me in modo esteso su tutto il Quartiere, non solo nelle bacheche apposite, con un lavoro molto impegnativo. Inoltre il Consiglio attraverso tutti i suoi Consiglieri si è fatto carico delle istanze dei cittadini e di trasmetterle attraverso il Coordinatore/trice agli Uffici preposti. 

E’ anche un luogo di confronto e di crescita, di sapere e di trasparenza. Vi spiego il perché di quest’ affermazione, ho invitato vari Assessori, anche perché Giubiano è un quartiere complesso con varie problematiche, tra i 2 Ospedali, la Ferrovia ecc.…ecc.…. , inoltre è interessato da vari progetti vinti con i Bandi dei fondi del PNRR, come il progetto delle Stazioni, del Largo Flaiano (ingresso alla città) , della ristrutturazione di Villa Augusta e del complesso sulla collina a ridosso di Via Maspero ecc. … Gli Assessori: Civati all’Urbanistica, San Martino all’Igiene Ambientale e Rifiuti hanno partecipato portando in Consiglio la loro esperienza e aggiornando i cittadini, ha partecipato parlando di Verde anche il Dott. Forestale Cardani. 

Tante iniziative che sono piaciute ai cittadini, riuscendo a conoscere in modo completo le trasformazioni che interessano il quartiere, oltre alle richieste che puntualmente sono prese in carico per poi restituirle sul territorio (prima le più importanti anche nel rispetto delle disponibilità economiche delle casse comunali). 

In meno di un anno siamo riusciti a far riaprire l’ingresso dell’Ospedale di Circolo in Viale Tamagno, confrontandomi con l’Assessore Catalano e spiegando nello specifico la situazione di grande disagio che vive Via Lazio, Via Cadore. A questo riguardo Giubiano ha partecipato al bando “Piazze Aperte” con un progetto stupendo che si sviluppava proprio intorno all’ingresso dell’Ospedale in Via Lazio, area congestionata e pericolosa anche per i pedoni, con una risistemazione dell’area con arredi urbani, verde e un percorso di arte terapia innovativo e rigenerativo per l’aspetto psicologico e d’arte insieme. 

Ho pensato ad una petizione, dopo le tante richieste dei cittadini, di RI-piantumare l’area Ospedaliera e il Quartiere per riappropriarci dello standard a verde di Giubiano. Sono state già evase parecchie richieste dei cittadini. 

I Consigli di Quartiere, dunque, sono uno strumento importante per uno scambio continuo d’informazioni, di sapere che può migliorare veramente la realtà, c’è uno sforzo enorme e di lavoro in più da parte dell’Amministrazione Comunale, dei Consiglieri che il cittadino dovrebbe apprezzare e che in parte sta riconoscendo per poi frequentare assiduamente il Consiglio.

Varese è nostra e tutti dovremmo fare una “piccola parte “ e dare un contributo, serve anche quello.

Nadia Tortoreto, Coordinatrice CdQ 12

PD Varese