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Giovedì 25 e venerdì 26 maggio ho partecipato, in rappresentanza del Comune di Varese, alla conferenza europea “Dialogo transnazionale tra Cittadini” tenutasi a Lione, Francia.

Promossa in occasione del mese dell’Europa 2023, la conferenza è stata organizzata dalla Rappresentanza della Commissione Europea in Francia, dagli enti Città e Metropoli di Lione, e da altre associazioni europee locali.
La piattaforma è stata un’occasione di confronto su valori e progetti europei, e su come innovare le forme di cooperazione intorno alla cittadinanza, con particolare focus sulle elezioni europee dell’anno prossimo.

Uno dei principali temi di discussione è stato quello sui valori europei, in cui ci siamo interrogati sul se e come questi valori siano oggi in crisi. Durante il dibattito, mi ha colpito l’esempio che è stato riportato da un’eurodeputata francese, riguardo l’uccisione di due giornalisti europei negli scorsi anni: Dafne Caruana Galizia a Malta e Jan Kuciak in Slovacchia. Il fatto che in questo secolo, nel territorio dell’Unione Europea, vengano ancora assassinati dei giornalisti solo per aver fatto il loro lavoro, dovrebbe farci profondamente riflettere – lui mentre indagava sugli intrecci di potere in Slovacchia, e lei mentre indagava sui legami tra autorità maltesi e mafia, e nello specifico su corruzione. A differenza della giustizia dei loro paesi, che non ha reagito subito, l’Unione Europea si è fatta sentire a gran voce di fronte a questi fatti gravissimi. Senza infatti le pressioni del Parlamento europeo, che richiese urgentemente di aprire un’inchiesta, i casi sarebbero probabilmente stati messi a tacere. Di fatti, l’inchiesta in Slovacchia fu uno scandalo in tutto il paese tanto da far cadere il governo di allora e, similmente, l’allora premier maltese fu direttamente travolto dall’inchiesta sull’omicidio di Galizia e si dimise.

È importante riportare l’esempio di questi omicidi perché ci dice di come non vi sia Unione Europea senza il rispetto dei valori su cui è stata fondata, a partire da democrazia, giustizia e libertà – in questo caso, di poter fare il proprio mestiere e di informare e di essere informati.

Di fronte a una crescente crisi di questi stessi valori democratici, e di tendenze estremiste in aumento in tutta Europa, dobbiamo ciascuno di noi fare la nostra parte. In tutte le piattaforme del continente, infatti, si sta cominciando seriamente a discutere delle elezioni europee del 2024, poiché c’è una diffusa preoccupazione su come sarà formato il nuovo Parlamento europeo. Un appuntamento, quello dell’anno prossimo, al quale dovremo farci trovare preparati, contro il rischio nazionalista dell’estrema destra, e per trovare nuovi metodi di partecipazione dei cittadini a fronte di un sempre più crescente, nonché pericoloso, astensionismo. 

Oggi i leader europei della destra giocano a fare i finti moderati, a partire da Giorgia Meloni che, appena arrivata al governo, ha abbassato i toni anti-europeisti lasciando intendere di non mettere in discussione l’Europa e il progetto europeo (similmente Le Pen in Francia e il governo in Polonia sembrerebbero aver silenziato la narrazione anti-europeista): ma cosa succederebbe se queste persone e tutto ciò che rappresentano, con rispettivi partiti e movimenti, dovessero ottenere un gran numero di seggi alle elezioni dell’anno prossimo? Ce lo possiamo ben immaginare. Il rischio, ad oggi concreto e serio, è che essi stessi svuotino completamente l’Unione Europea dei suoi valori, e che lo facciano dall’interno – basti pensare, per fare solo un esempio, al valore dell’accoglienza e della solidarietà, considerando che uno dei cavalli di battaglia di queste destre è l’immigrazione.

Infine, è stato molto interessante il workshop sui gemellaggi. Ritengo che sia arrivato il momento per la nostra città di aprirsi di più dal punto di vista internazionale e di considerare seriamente l’ipotesi di un gemellaggio con un’altra realtà europea: questo è, per Varese, davvero un buon momento per allargare il suo raggio d’azione, e sono pronta a dare il mio contributo in questa direzione.

Ora dobbiamo completare rapidamente il lavoro perché vogliamo che non accada più, ad esempio, che i curriculum delle donne e delle persone non bianche vengano scartati a priori in una selezione perché il sistema di intelligenza artificiale è stato allenato con dati che perpetuano le discriminazioni, né vogliamo che a un migrante alla frontiera venga negato l’asilo perché secondo l’IA risulta nervoso e quindi potenzialmente sospetto. 

Helin Yildiz, Consigliera Comunale PD Varese

PD Varese