La convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne (Convenzione di Istanbul), entrata in vigore nel 2014, è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e delle ragazze a livello internazionale.
Stabilisce un quadro globale di misure giuridiche e politiche per prevenire tale violenza, sostenere le vittime e punire i responsabili.
Il Parlamento ha dato il via libera all’adesione da parte dell’Unione alla Convenzione, ma sono sei i Paesi dell’Unione che ancora non hanno provveduto alla ratifica: Bulgaria, la Cechia, l’Ungheria, la Lettonia, la Lituania e la Slovacchia.
Un passo importante, ma siamo solo all’inizio. Quando mi trovo insieme a tante donne, penso che, secondo i dati, una di loro ogni tre ha subito una violenza fisica o sessuale, spesso per mano di una persona vicina, magari un famigliare.
Sono numeri spaventosi quelli che fotografano la condizione femminile. La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani che non possiamo più tollerare. Prevenire queste violenze, proteggere le vittime e perseguire gli autori è un atto dovuto alle 150 milioni di ragazze che ogni anno nel mondo subiscono stupri o violenze sessuali.
La violenza nei confronti delle donne ha anche conseguenze più ampie per la società nel suo complesso. Secondo le stime dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, la violenza nei confronti delle donne comporta annualmente, nell’UE, una perdita di 289 miliardi di euro sotto forma, ad esempio, di spese sanitarie, sociali, di polizia e legali, nonché di perdita di produttività.
La Convenzione deve essere accompagnata da una forte politica culturale che si realizza prima di tutto all’interno delle scuole con l’educazione alla sessualità e alla salute sessuale; per crescere delle donne e degli uomini capaci di rispettare sé stessi, capaci di farsi rispettare, capaci di difendere la propria salute.
Dobbiamo crescere una generazione emancipata dalla violenza; una società dove ognuna/o si senta al sicuro, libero di essere sé stessa/o senza paura di molestie, abusi, discriminazioni.
Alessandra Moretti, Parlamentare europea PD