Il Professor Vincenzo Salvatore fa per noi una sintesi della sua lectio magistralis, tenuta in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2022-2023 dell’Università dell’Insubria, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
L’Europa del diritto è l’Europa della rule of law. Una locuzione che sarebbe limitativo tradurre con “stato di diritto”, avendo una portata semantica più ampia e dinamica, rivolta a realizzare un’Unione fondata sull’uguaglianza, su principi democratici e di progresso sociale.
È quanto stabilisce il Trattato di Maastricht, stipulato esattamente trent’anni fa, che rappresenta ancora oggi forse il più significativo punto di svolta nel processo di integrazione comunitaria. Pochi anni dopo verrà adottata la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che segna il passaggio dall’Europa del diritto all’Europa dei diritti. La storia dell’Unione europea è una storia di successo.
Oggi i giovani danno per scontato che si possa volare da uno Stato all’altro spendendo poche decine di Euro; che ci si possa recare in molti altri paesi europei utilizzando la stessa moneta; che ci si possa laureare in Italia ed esercitare la professione in qualsiasi altro Stato membro dell’Unione; che il costo della telefonata da Varese a Milano sia lo stesso di una telefonata da Copenhagen a Madrid.
Così non era per chi è stato giovane nel secolo scorso.
Sono conquiste della cosiddetta generazione Erasmus, il programma di mobilità degli studenti universitari, di cui quest’anno si celebra il 35° anniversario e che ha consentito a quasi 600.000 studenti italiani di trascorrere un periodo di studi all’estero durante il proprio corso di formazione universitaria e ad altrettanti studenti di altri Stati membri di trascorrere un periodo di studi presso un’università italiana.
Sono conquiste alle quali non possiamo e non dobbiamo rinunciare.
Occorre rinnovare l’impegno nella costruzione dell’identità europea, preservando e consolidando un patrimonio di valori comuni, nel riconoscimento e nel rispetto delle diversità.
Il futuro dell’Europa dipenderà tuttavia dalla sua capacità di affrontare nuove sfide. La perdita di credibilità dell’Unione europea sullo scenario internazionale, rende più deboli gli Stati membri e penalizza i cittadini.
Dobbiamo continuare a promuovere la cultura dell’integrazione europea, nella convinzione che solo perseguendo tale obiettivo potremo garantirci un futuro migliore.
L’Unione europea potrà crescere se saprà coniugare il principio di solidarietà con quello di sostenibilità.
È un monito che troviamo già nella dichiarazione Schuman: “L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto”. Robert Schuman ricordava però che, per crescere: “l’Europa ha bisogno di un’anima, di un ideale e della volontà politica di perseguire questo ideale”.
E allora l’Europa diventerà più forte se i giovani, la next generation, vorranno crederci.
Prof. Vincenzo Salvatore
Ordinario di Diritto dell’Unione Europea
Università dell’Insubria