La nostra Amministrazione Comunale ha inoltrato al Governo la propria proposta per accedere alla quota riservata agli Enti Locali del Recovery fund. Io ho partecipato alla stesura di questo documento in qualità di Assessore ai Servizi Sociali, da un lato portando l’esperienza maturata in questi anni all’assessorato e dall’altro rappresentando la sensibilità, la cultura e gli ideali politici del Partito Democratico.
Le idee e le proposte “sociali” inserite sono una parte specifica del documento che in più capitoli risente nella sua impostazione della visione che, come centrosinistra ed in particolare come Partito Democratico, ci siamo sentiti di elaborare e di inserire in tutte le aree di sviluppo del piano. Mi preme sottolineare come, anche per effetto della pandemia e della “resilienza” da noi messa in campo, oggi più che mai sono le politiche sociali ed educative che danno il tono politico di una amministrazione e rappresentano l’impostazione originale della tradizione del PD: ricerca degli strumenti migliori per favorire e mantenere la coesione sociale.
Le nostre proposte nel Recovery seguono le linee guida dell’attività di questi anni, ossia:
- promuovere politiche finalizzate a costruire percorsi di accompagnamento rispetto alle fragilità per portare all’autonomia le persone prese in carico, sfuggendo all’assistenzialismo;
- perseguire e valorizzare i rapporti con il terzo settore, il privato sociale e il volontariato in una collaborazione dove il Pubblico coordina e integra le attività, mantenendo alto il livello qualitativo dei servizi;
- realizzare un percorso di ridefinizione e di riequilibrio tra interventi riparatori e interventi preventivi;
- mantenere le risorse economiche a disposizione evitando la riduzione della spesa sociale e ricercando, anche con la partecipazione a bandi, risorse aggiuntive, sia nel pubblico sia nel privato con un preciso controllo della spesa per poter garantire ai nostri concittadini che non un euro delle loro tasse, destinato ai servizi sociali, sia sprecato o perduto.
Il piano nazionale ha individuato nei capitoli di riferimento quelle che possono essere le proposte relative all’ambito sociale, mettendo l’accento su un filo conduttore: la coesione sociale e gli strumenti per realizzarla. Esattamente quello che è il paradigma chiave dell’agire del Partito Democratico e dell’attività che ha svolto il mio assessorato in questi anni con la mia gestione. Da qui la nostra decisione di puntare su tre ambiti: disabilità, minori e senza fissa dimora, calandoli nella realtà varesina e legandole con altri settori di intervento e progetti di altre aree, perché forte è il tema della correlazione e trasversalità.
Queste in sintesi le nostre progettualità, tutte da realizzare con il coinvolgimento del terzo settore:
- DISABILITA’: sostegno all’autonomia personale con attenzione al “dopo di noi” e identificazione, progettazione e gestione di appartamenti o housing sociale (più persone in ambienti dotati di domotica e reti informatiche per vivere meglio e lavorare a distanza), una “comunità” residenziale con garantiti ambiti individuali.
- MINORI: a) destinare uno stabile comunale (es. ex scuola elementare Cartabbia ) ristrutturato e dato in comodato gratuito per realizzare una comunità di minori ex detenuti o in attesa di processo b) destinare e ristrutturare le ex abitazioni dei custodi delle scuole come sede di attività di quartiere (anche come sede dei Consigli di Quartiere ) e luogo decentrato di riferimento per l’attività degli educatori di strada a favore di minori e adolescenti dei quartiere. Il nostro obiettivo è avere risorse per un grande piano di prevenzione educativa dei minori “border-line” e dare supporto psicologico, pedagogico per agire anche lo stress post-covid.
- SENZA FISSA DIMORA; a) Ampliare le funzioni della rete dei senza fissa dimora già presente sul territorio comunale e coordinata dai Servizi Sociali. In particolare: creazione di un centro diurno, sostegno alle due mense cittadine, gestite da associazioni, su cui riflettere se vada ampliato o riformulato. Ampliamento dell’offerta durante il periodo dell’emergenza freddo di uno spazio ulteriore o di un “nuovo avamposto” (dormitorio) che aumenti la possibilità per tutto l’anno. Identificazione di alcuni appartamenti da destinare a passaggio ulteriore verso percorsi di autonomia per chi accetta l’abbandono della strada (housing first) b) acquisizione di uno spazio per costruire a Varese la “casa della carità” da mettere a disposizione di più soggetti del terzo settore e destinare alla grave marginalità, concentrandovi le attività di mensa, parte emergenza freddo/dormitorio tutto l’anno, attività di carattere caritativo e solidaristico, ma anche laboratori per attività a sostegno di un percorso di reinserimento lavorativo.
Si tratta di progettualità che si rivolgono a persone in stato di necessità, ma che qualificano una Amministrazione Comunale che vuole superare l’emergenza, contrastare la marginalità e costruire una coesione sociale che migliora la qualità della vita di tutta la cittadinanza ed il profilo civile della Varese che abbiamo iniziato a costruire, anche con una gestione solidale dei Servizi Sociali, di cui sono responsabile.
Roberto Molinari