Prima il semplice volontario. Poi membro del direttivo e tesoriere. E infine coordinatore. Di cosa sto parlando? Della Festa dell’Unità di Varese.
Per me è stato sia un onere che un onore gestire, in termini di tempo ma anche di complessità, la festa della Schiranna, fra le più lunghe in Italia. Questo è stato reso possibile soprattutto grazie al sostegno e alla fiducia di tutti coloro che prestano la loro opera gratuitamente.
E se già come volontario si intuisce che la Festa sia una organizzazione imponente, fra la parte ristorante, bar e balera, a coordinare il tutto ci si stupisce come negli anni si sia riusciti a creare, grazie all’aiuto di tutti i volontari una macchina così ben rodata. L’impegno richiesto non si limita solo alle ore di apertura al pubblico, ma richiede che si coordino pulizie, ordini ai fornitori, ricevimento degli stessi e, nei mesi prima e dopo la Festa, la sua predisposizione e lo smantellamento finale oltre a molti interventi di manutenzione per mantenere sempre la struttura efficiente
Si consideri che, nel periodo di apertura, impegna un numero di persone superiore al numero medio di addetti delle aziende italiane.
Se l’anno scorso è stato l’anno della ripartenza e fondamentalmente una scommessa, o si riusciva a farla ripartire e ripianare i debiti dell’anno della chiusura o si chiudeva, questo è stato l’anno del rilancio. Lo è stato sia in termini di partecipazione che di affluenza, che di utile.
La Festa è importante per più di un motivo:
- Sicuramente come fonte di finanziamento del partito
- Come momento di aggregazione e ritrovo, sia per gli utenti ma anche per i volontari
- Come base per i dibattiti e le iniziative del Partito Democratico
- Come momento di apertura agli esterni e di solidarietà: la festa senegalese, la cena dello SPI, la festa afgana che ci ha permesso di devolvere anche quest’anno una somma in beneficenza.
Tutto questo non sarebbe potuto accadere senza il costante impegno di persone di tutte le età che si son messe a disposizione non solo del periodo di apertura ma anche nelle fasi di preparazione e, come sta accadendo adesso, di chiusura festa.
Non posso qui non ringraziare alcune persone:
Katia che ha sempre diretto con maestria la parte cucina
Valerio che, da coordinatore dell’anno precedente, ha accettato e vinto la scommessa di riaprire dopo l’anno di chiusura del Covid. Lui è stato un prezioso supporto anche quest’anno
Gianni che, coordinatore nella prima parte della Festa, ne ha permesso la riapertura
Daniele, instancabile giardiniere e barista
e tutti coloro che hanno donato giorni e giorni sottraendoli al divertimento, ad amici e alla famiglia. E quindi anche un doveroso ringraziamento a mogli, mariti, fidanzati, figli che hanno accettato queste assenze.
E questo è possibile solo con l’entusiasmo e, perché no, il divertimento di fare qualcosa tutti insieme, che fa dimenticare fatiche, caldo in cucina e serate chiuse oltre la mezzanotte, ferie saltate o posticipate.
Massimo Bernasconi