Giornata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel ‘99 per far sì che gli Stati predisponessero campagne e iniziative di sensibilizzazione per contrastare questo terribile e ormai fin troppo radicato meccanismo sociale. Tanto è stato fatto da allora e oggi questa giornata ha un grande ruolo di riconoscimento istituzionale del fenomeno e rappresenta una grande occasione di dibattito e consapevolezza.
E’ di fondamentale importanza, infatti, comprendere compiutamente le cause profonde della violenza di genere per poterle eliminare. L’utilizzo del termine “Eliminazione” mi ha dato molto da pensare. Tanto viene fatto a livello locale e tanto è stato fatto a livello legislativo, ma preoccupante è la permanenza così brutale del fenomeno. Il supporto alle donne vittime di violenza rimane l’obiettivo che ogni autorità locale deve porsi. La Convenzione di Istanbul redatta nel 2011 è stato il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che ha creato un quadro normativo completo a tutela delle donne e contro qualsiasi forma di violenza. Ed è proprio la Convenzione che ha guidato, e deve continuare a guidare l’azione di tutela delle donne e prevenzione alla violenza. Anche a Varese tanto è stato fatto. Da gennaio a ottobre 2022 i quattro centri anti-violenza varesini hanno preso in carico 320 donne. Le case rifugio hanno accolto 26 donne e 25 minori.
Questi numeri mostrano tanto l’efficienza della nostra amministrazione quanto la criticità e la drammaticità della dinamica, considerando anche che la violenza denunciata spontaneamente è la minima parte di un fenomeno ampio e sommesso. Inevitabile è quindi chiedere al Governo e al Parlamento di incrementare lo stanziamento del Fondo nazionale finalizzato ai progetti di sostegno alle donne e di dare attuazione al Piano d’Azione Straordinario contro la violenza sessuale e di genere e far sì che venga monitorata la reale attuazione del Piano Nazionale Antiviolenza. Abbiamo inoltre bisogno di modificare la cultura patriarcale che da troppo tempo caratterizza il nostro vivere comune. Dobbiamo sostenere e promuovere la cultura delle pari opportunità, educare al rispetto e alla valorizzazione delle differenze e della parità di genere, modificando linguaggio, espressioni e atteggiamenti, superando stereotipi e modelli relazionali. Educare significa prevenire. Significa non accettare episodi di violenza e di discriminazione contro le donne. Significa esserci il 25 novembre così come per il resto dell’anno, per le donne, con le donne.
Giulia Mazzitelli
Consigliera comunale e componente segreteria PD cittadina